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Google ci rende stupidi?

Posted by Pubblicato da Gregosofo On domenica, giugno 22, 2008

Interessante provocazione su cui dibattere ampiamente:
http://www.theatlantic.com/doc/200807/google
Greg

8 commenti

  1. Gregosofo Said,

    Il titolo è provocatorio e può dare un senso limitativo dell'articolo, che merita invece una lettura attenta.

    Anzi, se posso: interrompete ogni altra lettura che state facendo, e prendetevi il tempo di studiare in profondità questo articolo!

    C'è il riconoscimento che ci troviamo in mezzo ad una rivoluzione cognitiva ed il tentativo di cominciare a trovare una direzione in questo tumultuoso cambiamento (precisamente col parallelo col taylorismo nel campo industriale).

    Le citazioni da Brin e Page sono impressionanti: da anni avevo la netta sensazione che in google si annidasse un esperimento di intelligenza artificiale. Finalmente ritrovo questo concetto nelle loro stesse dichiarazioni.

    Non fanno mistero di stare costruendo un cervello artificiale che organizza tutta l'informazione possibile e la renderà fruibile, in ultima analisi, tramite un'interfaccia estremamente "sottile", praticamente integrata con la mente umana.

    Se il taylorismo ha escluso un diritto di cittadinanza all'artigianato nel campo industriale, aumentando al tempo stesso l'efficienza e la standardizzazione, google promette di fare qualcosa di simile col processo cognitivo e l'accesso organizzato all'informazione.

    Un accesso così efficiente da dovere, in effetti, comprendere il senso di tale informazione per poterla fornire priva di ambiguità, esattamente rispondente al desiderio di chi la richiedeva.

    E' la macchina che deve trovare il senso al posto dell'uomo, che ad un certo punto diventerà troppo inefficiente per farlo da solo.

    Secondo l'autore, è a rischio sia la fruizione di informazione a scopo di piacere (lettura di un romanzo....) sia l'attitudine alla riflessione approfondita.

    La cosa impressionante è che ci siamo quasi, o almeno non ci siamo mai stati tanto vicini.
    Non sembra anche a voi che, spesso, google abbia capito cosa cercate ancor prima di digitarlo? In termini più concreti, quante volte dovete passare alla seconda pagina di risultati per trovare la vostra risposta, dopo una ricerca costituita di due-tre parole, ovvero di ben pochi elementi?

    La macchina vi capisce.

    Google, oltre a indicizzare informazione, studia costantemente il comportamento degli utenti per capire non solo *cosa* cercano, ma anche *come* svolgono la loro ricerca, che uso fanno dei riferimenti trovati, quanto tempo spendono su ogni link...

    L'articolo si apre e si chiude con acute riflesioni su "2001" dell'immenso Kubrick.
    Condividete l'"oscura profezia" che Carr vede nel film, ovvero che la nostra intelligenza sia destinata ad appiattirsi in intelligenza artificiale?

    Posted on 23 giugno 2008 alle ore 00:20

     
  2. Alex87a Said,

    Purtroppo l'articolo è in inglese e per me è difficile da tradurre...
    faccio quindi qualche considerazione (il tempo è tiranno per cercare in rete cose in italiano in questo momento) su ciò che ha detto gregosofo nel suo commento
    alla macchina intelligente che ci capisce io ci credo molto poco...
    in tutti questi decenni gli esperimenti di intelligenza artificiale sono stati fatti soprattutto dai giapponesi, ma questo campo i progressi sono avvenuti in maniera lenta, con molte delusioni...
    Gregosofo dice che non siamo mai stati tanto vicini, ma l'affermazione è "banale" nel senso che aumentando le conoscenze tecnologiche il presente sarà sempre più vicino negli obiettivi rispetto al passato.
    Per le cose + comuni ci sono delle semplici statistiche sulle abitudini umane che potenziate della velocità dei pc ti fanno trovare le cose in poco tempo!
    Ma basta cercare cose + di nicchia e iniziano i problemi.
    Personalmente non ho mai avuto la senzazione che la macchinma possa capirmi, e men che mai che abbia capito subito quello che cerco, anzi direi il contrario, e i risultati senza ambiguità non esistono assolutamente al momento attuale.
    Almeno questa è la mia esperienza personale.
    A mio avviso certi articoli come quello presentato sono molto sensazionalistici, ci sono ancora molti problemi pratici perchè si possa avverare la profezia di carr

    Posted on 23 giugno 2008 alle ore 11:01

     
  3. Gregosofo Said,

    Non e' la profezia di Carr, e' il progetto industriale di Google.
    Logicamente ti e' difficile commentare un articolo che no nhai letto, basandoti su qualche mia considerazione casuale...

    Posted on 24 giugno 2008 alle ore 09:56

     
  4. Alex87a Said,

    forse hai letto male il mio intervento...
    la profezia di carr è che la nostra intelligenza sia destinata ad appiattirsi in intelligenza artificiale, c'è poco da interpretare, lo dici tu stesso: ho fatto taglia e incolla per scriverlo qui!
    e per me siamo ancora lontani da questo...
    se poi è il progetto di google ad aspirare a questo cambia la forma ma non la sostanza: al momento per me non è fattibile in pratica
    Naturalmente ci saranno sicuramente cose che mi sono sfuggite basandomi solo sul tuo commento, in tal caso attendo delucidazioni :)

    Posted on 24 giugno 2008 alle ore 10:22

     
  5. Gregosofo Said,

    Ecco un riassunto dell'articolo in italiano, ad usum delphini: http://nuvolasenzainverno.ilcannocchiale.it/print/1945208.html

    Posted on 24 giugno 2008 alle ore 10:48

     
  6. Gregosofo Said,

    Posted on 24 giugno 2008 alle ore 10:51

     
  7. Gian Said,

    Discussione molto stimolante... Condivido l'oscura profezia... nel campo dell'informazione, così come - perchè no - anche in campo artistico (musicale in primis) la rivoluzione cognitiva di Internet può portare all'appiattimento su di una fruizione superficiale... 'mordi e fuggi', immediata sicuramente nella risposta, ma gioco-forza frammentaria e frammentata. Mi chiedo se questa sia la causa o piuttosto l'effetto...

    Posted on 18 luglio 2008 alle ore 12:07

     
  8. Gregosofo Said,

    Ho l'impressione (da profano ascoltatore) che in campo musicale il processo di superficializzazione sia in atto da tempo.
    A mio parere e' legato anche alla maggiore difficolta' ad affermarsi che trovano molti artisti non "bestseller", a causa della pirateria.
    Voglio dire che oggi, come qualche secolo fa, e' ridiventato difficile vivere della propria arte musicale.
    Certo, internet consente di farsi conoscere, ma senza la protezione delle major, in evidente affanno e sempre piu' concentrate sui grandi nomi, non mi sembra che porti il pane in tavola...

    Posted on 23 luglio 2008 alle ore 14:14

     

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