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Limiti dello sviluppo tecnologico

Posted by Pubblicato da Alex87a On lunedì, aprile 27, 2009

Negli ultimi due secoli lo sviluppo scientifico/tecnologico della società umana ha avuto una accellerazione improvvisa rispetto alle epoche precedenti.
Ma questo sviluppo tecnologico umano può avere dei limiti o è virtualmente illimitato, considerazioni "politiche/economiche" a parte che nella pratica ne rallentano il cammino ?Come si pone l'etica in questo contesto ? Si può creare qualunque cosa (in ingegneria genetica, tanto per dirne una), o ci deve essere un limite auto-imposto ?Inoltre lo sviluppo scientifico potrebbe non essere un percorso lineare che porta da una situazione pre-esistente a uno di avanzamento tecnologico rispetto a prima, basti pensare alle varie branche della matematica che contribuiscono, cooperando tra loro, a risolvere i problemi della fisica/cosmologia/meccanica quantistica del momento...

Può esistere una filosofia dello sviluppo che ci indichi la strada per uno sviluppo quantitativamente e qualitativamente migliore tra quelli possibili ?
Se si, come si esplicita ?








Il cavaliere rosso - Carlo Carrà, 1913




18 commenti

  1. cinico Said,

    Scusami, non capisco bene la seguente frase:

    "Inoltre lo sviluppo scientifico potrebbe non essere un percorso lineare che porta da una situazione pre-esistente a uno di avanzamento tecnologico rispetto a prima, basti pensare alle varie branche della matematica che contribuiscono, cooperando tra loro, a risolvere i problemi della fisica/cosmologia/meccanica quantistica del momento..."

    potresti spiegarmela per capire meglio?

    Posted on 29 dicembre 2009 alle ore 11:12

     
  2. Alex87a Said,

    Facendo un esempio pratico e semplificato, il passaggio dagli aerei ad elica agli aerei a reazione, non fu una cosa immediata, ma una serie di prove portate avanti parallelamente, con diversi tipi di motore costruiti con principi diversi tra loro, fra tutti questi emerse il motore a reazione attuale, come se avesse vinto una sorta di competizione naturale rispetto ai concorrenti, che tuttavia per un certo periodo furono portati avanti perchè ritenuti promettenti, finchè alla fine non vennero scartati...

    la storia dello sviluppo scientifico va avanti per tentativi, seguendo parallelamente le strade che sembrano + promettenti e tornando indietro quando ci si accorge che si sta andando in un vicolo cieco...

    un altro esempio è l'etere, che nella fisica era l'ipotetico mezzo attraverso il quale, fino al XIX secolo, si pensava si propagassero le onde elettromagnetiche.
    fu una convinzione errata sulla quale la scienza del tempo però si basò per molti anni prima di scoprire che era sbagliata e cercare nuove strade [http://it.wikipedia.org/wiki/Etere_(fisica)]

    un terzo esempio, credo, è la scoperta di un nuovo antibiotico, che non è immediata, ma avviene esperimenti e correzione degli stessi finchè non si trova il risultato desiderato

    intendo dire che la strada del progresso scientifico non va visto come un percorso che in linea retta da A raggiunge B, ma un pò come un labirinto...

    Spero di essere stato sufficentemente chiaro

    Posted on 29 dicembre 2009 alle ore 12:05

     
  3. cinico Said,

    Sì, e ti ringrazio.
    Però mi rimane un dubbio: se per andare da A a B la scienza percorre un cammino labirintico, i risultati che essa ottiene ("B", "C", "D", ecc.) intendi che giacciono su una linea retta e progressiva o che sono anch'essi in ordine sparso?
    Cioè intendi che sia non lineare solo la ricerca o anche i risultati che la scienza ottiene?

    Posted on 29 dicembre 2009 alle ore 12:44

     
  4. Alex87a Said,

    Gran bella domanda...
    Realisticamente parlando, durante una ricerca scientifica si imparano molte cose "supplementeri" rispetto allo scopo che si prefiggeva la ricerca stessa...
    A volte si impara anche dai vicoli ciechi di cui parlavo prima, in modo inaspettato (non sarebbe ricerca scientifica se sapessimo già cosa impareremo dalla ricerca stessa)
    Direi quindi che anche i risultati siano non lineari...

    Posted on 29 dicembre 2009 alle ore 13:20

     
  5. Gregosofo Said,

    Direi che e' bene scindere il concetto di scienza da quello di tecnologia. Quest'ultima e' strettamente legata alle esigenze materiali a cui e' applicata. Meravigliose tecnologie che hanno fatto marciare gli orologi per secoli sono oggi soppiantate dai chip al quarzo. Si potrebbe ribattere che il quarzo batte la meccanica sul fronte dell'economicita' e precisione. Puo' darsi, ma questi valori sono determinati piu' dalle nostre esigenze sociali che da altro...

    Viceversa la scienza, se e' vera scienza, avanza sempre. Fosse anche per scoprire mille modi in cui NON funziona la natura.

    Posted on 29 dicembre 2009 alle ore 13:41

     
  6. cinico Said,

    Sì, in effetti sottolinei come il giudizio su cosa sia "progresso" dipenda da una scala di valori arbitraria. E questo in fondo è inevitabile, sebbene spesso questi valori non siano espliciti.
    Tuttavia direi che la distinzione fra scienza e tecniche sia meno agevole di quanto appaia.
    La propensione nel mondo antico per la teoria astronomica di Tolomeo (geocentrica) a scapito di quella di Aristarco (eliocentrica), ad esempio, direi che avvenne fondamentalmente per "valori determinati piu' dalle esigenze sociali che da altro". E in effetti la filosofia e sociologia della scienza ci mostrano esattamente questo.
    Nell'ambito tecnico, trattandosi di applicazioni pratiche, questo aspetto è soltanto più evidente.
    Naturalmente il condizionamento avviene nei due sensi, di stimolo e di inibizione di teorie scientifiche (o applicazioni tecniche) rivali.
    In questo senso non sarei così sicuro come Ale che lo sviluppo tecnologico umano è virtualmente illimitato, "considerazioni "politiche/economiche" a parte che nella pratica ne rallentano il cammino": in alcuni momenti sono proprio economia e politica a favorire lo sviluppo scientifico e tecnologico (fonte di potere grandiosa), mentre in altre lo inibiscono.

    Posted on 30 dicembre 2009 alle ore 04:59

     
  7. Citando Greg: "...la scienza, se e' vera scienza, avanza sempre..:". Quanta grande metafisica c'e' sotto tale asserto..

    Posted on 5 gennaio 2010 alle ore 09:58

     
  8. “Vera” sta per “esatta”? “Corretta”?
    O anche: “vera” implica che “avanza”. Ma siamo d’accordo che la teoria gravitazionale di newton era…”non vera” no?. Eppure siamo avanzati.. Mi si obiettera’: la scienza newtoniana è “vera” scienza anche se la teoria e’ falsa. Allora il “vero” risiede nel metodo, non nelle teorie che produce. Queste sono quasi sempre false. E allora in che consiste la “verita’” del metodo?

    Posted on 5 gennaio 2010 alle ore 10:31

     
  9. ...Badate che NON sto spostando od eludendo il tema del blog...

    Posted on 5 gennaio 2010 alle ore 10:33

     
  10. Greg invita a scindere i due concetti scienza/tecnologia. Cinico mette in guardia da una eccessiva operazione in tal senso. E…hanno ragione entrambi. Provo a spiegarmi. La posizione di Greg risente storicamente di una fortissima impronta platonica (se vogliamo andare molto indietro ma non cosi’ come si potrebbe). Esiste la “scienza”, l’ “episteme” cioe’. Essa è del vero e per il vero. E come tale , ha dominio sull’ imperfetto, sull’approssimativo, sul sensibile. In termini moderni, la si puo’…applicare. Il “tecnologico” è l’epistemico che si sposa, ingegnosamente, all’empirico. (Oggi tale posizione è superata, anche dai neoplatonici). Quando sentiamo, giustamente, dire che “hardware e software…son la stessa(!) cosa” ascoltiamo echi (in parte)di una tale posizione . Ma ovviamente sentiamo un po’ tutti, che l’episteme, la “scienza” è in realta’ altrove…nei sistemi formali, nelle equazioni, nei teoremi, nelle prove in laboratorio al piu’. E tuttavia accettabilissima, anzi ormai assodata, la potente retroazione che in campo scientifico “puro” esercita la spinta tecnologica. Un meccanismo di feedback a volte assolutamente preponderante. E se cosi’ è, allora ha ragione anche Bruno nel sottolineare gli aspetti sociologici della questione. Anzi, ha ancor piu’ ragione se tende a “miscelare” i termini scienza/tecnologia chiamandoli “tecnoscienza”. Attenzione pero’ al fatto che questa posizione rende “episteme” l’intera tecno scienza. Liquefa completamente la dicotomia teorico/applicativo. Ora a parziale sostegno di questa visione, posso sottolineare come Platone stesso fa tecno scienza. L’empireo cielo delle forme pure che tanto ama (come me) …lo prova subito tentando di istruire un sovrano affinche’ realizzi la società perfetta secondo i suoi dettami. La “Repubblica” puo’ essere vista come un trattato di “scienza” (modernamente intesa) tout-court. O meglio di tecno scienza politica di livello eccelso. Per le scienze “naturali” possiamo dire in gran parte la stessa cosa. Eppure…eppure..Non posso esimermi dal separare nuovamente i termini tecno-scienza quando mi accosto alla teoresi pura. Ad esempio quando studio alcuni teoremi di “impossibilità” per alcune teorie fisiche (esistono9 o quando ammiro il nascere di una visione semplificante e unificante di campi che nella mia testa avevo sino a ieri tenuto ben separati. In simili momenti torna in me lo stupore per la teoresi pura…..

    Posted on 6 gennaio 2010 alle ore 12:35

     
  11. Provero' a breve a definire un sostrato "unificante" per le due visioni

    Posted on 6 gennaio 2010 alle ore 12:39

     
  12. Gregosofo Said,

    Tento di aggiungere un mio contributo all'interessante commento di Mik. Scienza è per me, lo confermo, l'avvicinamento al vero. L'avvicinamento ad una descrizione di ciò che esiste, nel caso delle scienze fisiche, economiche, biologiche. L'avvicinamento a ciò che la nostra mente percepisce come esatto a livello astratto, cioè la matematica, la logica. Mi rendo conto di lasciare ancora troppi termini mal definiti, ma andiamo avanti per ora. La tecnologia succhia a fondo i saperi scientifici. E' tecnologia quell'applicazione della psicologia che ci fa spendere più del previsto quando entriamo in un supermercato. E' tecnologia la pubblicità, è tecnologia una sofisticazione dei prodotti derivati finanziari che servono a pompar via più denaro dalle tasche di chi ne capisce di meno. Cito apposta utilizzi "malefici" della tecnologia, per non ricadere sempre nell'esempio della bomba atomica. Senza matematica, fisica, psicologia, ecc. tutta questa tecnologia non esisterebbe, è chiaro. Ma la distinzione a me pare chiara tra ciò che "serve" e ciò che avvicina alla comprensione della realtà, o all'eleganza dell'astrazione.
    La Repubblica di Platone (che non ho letto) mi sembra far parte dell'eleganza dell'astrazione, un po' come certe altre teorie politiche più recenti che, ponendo solide basi su uno studio scientifico della realtà economica, hanno tentato di applicarle nella pratica.
    Allora chi si è avvicinato meglio alla comprensione della vita sociale ed economica umana: Platone, Marx o il prossimo studioso?
    La tecnologia è, per me, quel qualcosa che copre il gap tra la teoria scientifica ed una sua applicazione che... "funzioni".
    Ho detto tutto e il suo contrario, immagino che dovrò tornare su questi concetti dopo ulteriore riflessione. Ma intanto lasciamo questa carne sul fuoco...

    Posted on 6 gennaio 2010 alle ore 21:24

     
  13. Sto pensando ad un possibile commento nello spirito della critica unificante di cui parlavo piu' sopra. Stralcerò due frasi di Greg 1) “E' tecnologia quell'applicazione della psicologia che ci fa spendere più del previsto quando entriamo in un supermercato “ (frase che sottoscrivo in pieno) e 2) “La tecnologia è, per me, quel qualcosa che copre il gap tra la teoria scientifica ed una sua applicazione che... "funzioni" “. Frase che invece voglio sottoporre a critica. Ma ormai è tardi…domani scriverò.

    Posted on 6 gennaio 2010 alle ore 22:10

     
  14. Alex87a Said,

    Diciamo che, in senso generale la mia posizione si avvicina a quella di greg e la penso come lui su ciò che è scienza e ciò che è tecnologia.
    Ma c'è anche qualche differenza: come michele anche io penso che la tecnologia influenzi e arricchisca la scienza, perchè costruire un "oggetto" tecnologico nuovo significa sperimentare e provare, e quindi fare ricerca per correggere gli eventuali errori e ottenere l'oggetto voluto.
    Questo perchè nella realtà di tutti i giorni le conoscenze scientifiche non ti permettono quasi mai di avere applicazioni tecnologiche "alla prima botta" (e cmq, software e hardware non sono affatto la stessa cosa, in barba alla modernità o meno di questa visione, è un gran snocciolare di paroloni filosofici, ma non ha nulla a che fare con la realtà).
    Molto interessante piuttosto è il commento di cinico quando dice che ci sono considerazioni politiche/economiche che nel bene e nel male influiscono sullo sviluppo tecnologico...
    In realtà non siamo antagonisti su questo punto, anzi! Perchè, come si vedeva nei film di fantascenza di una volta, non abbiamo OGGI dei robot come domestici nelle case, e non abbiamo delle stazioni spaziali in orbita che hanno il ruolo delle nostre città dove andare a vivere ?
    Principalmente perchè non ci sono mai stati interessamenti prioritari dei poteri politici/economici su queste cose, e quindi il necessario impegno nelle ricerca, con le necessarie risorse.
    Altrimenti potremmo farlo benissimo, ne sono convinto!
    Ma quando questi interessi ci sono, ci sono anche le risorse e il terreno adatto per fare balzi in avanti della tecnologia, basti pensare allo sviluppo di armamenti e tecnologie militari avvenuti nel ventesimo secolo...
    Per questo motivo ho usato il termine VIRTUALMENTE illimitato.
    Mi sembra che il mio post sia stato in parte frainteso: per limiti dello sviluppo tecnologico intendo per esempio il problema della diversa velocità con cui si sviluppano la scienza e la tecnologia, anche perchè è quest'ultima a dover verificare se la prima è esatta e passibile di ulteriori sviluppi o se si sta andando in un vicolo cieco e si debba cercare in altre direzioni
    Altra domanda è perchè lo sviluppo della scienza e tecnologico ha avuto questa grossa impennata negli ultimi 200 anni, rispetto ai 2000 precedenti, magari la risposta c'è, sono io che non la so, c'è un "qualcosa" che ha scatenato il tutto ? E questo "qualcosa" è condizione necessaria e sufficente per un nuovo balzo in avanti ?

    Posted on 6 gennaio 2010 alle ore 23:15

     
  15. Allora. L’approccio unificante cui accennavo consiste non nella visione dicotomica scienza/tecnologia con più o meno sincresi tra i due termini. Piuttosto si tratta di vedere in controluce il comune “agire tecnico” che sottende a queste due “forme”. L’agire tecnico, la “techne” greca cioè, e’ ciò che caratterizza gli occidentali da 2500 anni. Ale ha ragione nel porsi la domanda sul perché gli ultimi 200 anni siano più “particolari” dei 2500 anni precedenti. Questo e’ un punto importantissimo. Ma e’ un punto “interno” per così dire all’approccio occidentale che appunto e’ stato … vincente. Occorre ammettere innanzitutto che la “scienza” oggi , è la scienza degli occidentali. Punto. Essa avrà eliminato, sopraffatto spesso, superato ecc … altre “pratiche” di altri popoli in altri tempi, come volete, ma oggi è essa che domina. La “scienza” è la scienza degli occidentali. Come la “filosofia”. E’ errato dire che altri popoli hanno la loro “filosofia”. E’ errato perché questo e’ un termine tecnico. Riguarda un preciso modo di porsi dell’Uomo Greco di fronte ai problemi dell’ uomo. Ebbene, l’agire “tecnico” è ciò che da questa filosofia emana, almeno da un certo punto in poi. Ovviamente quando sentiamo “tecnica” il nostro pensiero va subito a questioni… pratiche, di basso o alto livello che siano. Ma non e’ questo il senso della techne greca (e nostra). Il senso profondo lo si puo’ riassumere nei presupposti che e negli scopi che persegue. Presupposti: il mondo delle cose e degli uomini è “crabile” e manipolabile. Scopi: fondamentalmente nessuno (almeno oggi, nel senso che ciascuna entità da i suoi scopi). Metodo: creare e manipolare sono attivita’ possibili mediante il “pro-getto”. Il pro-getto a poco a poco diventa attore protagonista e il cratore e la creatura diventano assolutamente insignificanti. In tal senso, di un microprocessore NON interessa il progettista, ne’ l’esemplare qui ed ora. Interessa il PROGETTO. Ale, sw e hw non sono, se vuoi , la stessa cosa, nel senso che conta solo il sw(per rimanere ad un livello puramnete informatico). Il progetto assicura tra le altre cose, la riproducibilità. L’immediatezza e la contingenza non contano piu’ nulla. Subentra il progetto come “piano”. La scienza e la tecnologia in questo senso sono i modi in cui la mentalità “tecnica” dell’occidente si è manifestata negli ultimi 300 anni. Per secoli, tale “agire” tecnico secondo pro-getto è stato appannaggio della …tecnica religiosa…. (Chiesa e “scienza” entrano in conflitto per motivi di….copyright…)
    to be continued……

    Posted on 10 gennaio 2010 alle ore 14:44

     
  16. Errata corrige: ultini 400 anni, non 200..ovviamente

    Posted on 13 gennaio 2010 alle ore 16:55

     
  17. Alex87a Said,

    Beh no, per quanto ne so io sono proprio 200 anni...
    Forse in 400 anni ci sono state grandi scoperte scientifiche, ma l'accellerazione tecnologica (cioè scianza che diventa concretamente qualcosa di tecnologico) c'è stata da circa 200 anni, anche se ovviamente c'erano miglioramenti tecnologici pure 400 anni fa...
    Potrei sbagliarmi certo, ma mi pare sia proprio così..

    Posted on 13 gennaio 2010 alle ore 18:36

     
  18. Alex87a Said,

    Comunque non sono d'accordo su diverse cose dette da michele...
    Prima di tutto come hai detto tu la techne greca esiste da 2500 anni ma non toglie il dato oggettivo che lo sviluppo tecnologico umano si è impennato negli ultimi 200 anni (o 400, fai un po tu...)
    Quindi questo non è un punto interno al modo occidentale di fare scienza, ma è una cosa a sè che va spiegata e che per ora non lo è!
    Poi, in senso stretto, non so se sia giusto parlare di una scienza/filosofia occidentale contrapposta a una orientale, anche se ciò va contro il "senso comune" che abbiamo di scienza e tecnologia...
    La techno è greca e poi da lì si è diffusa altrove perchè era vincente: perchè non parliamo di una scienza greca superiore rispetto a una celtica, o iberica, o cartaginese, o fenicia o pre-indoeuropea, ma si è inposta una contrapposizione oriente/occidente ? la scienza e la filosofia sono universali, si diffonde tramite interscambi culturale tra i vari popoli, a macchia d'olio...
    E tramite le conquiste di Alessandro Magno, aristotelico convinto, si è diffusa in asia centrale secoli prima che in europa...
    Ma poi magari queste cose sono state abbandonate, e qui è molto interessante chiedersi perchè, dato che sono il modello vincente!
    Avrei delle teorie, ma con il discorso scienza occidentale/orientale stiamo andando fuori tema...

    Posted on 13 gennaio 2010 alle ore 19:52

     

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 In sottofondo: Nino Porto - Bagattella N° 5