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Gregosofo
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domenica, giugno 15, 2008
Vogliamo leggerla e commentarla? http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20060912_university-regensburg_it.html
Ammetto di essere molto condizionato da un pensiero "occidentale" come dice l'articolo, dove è netta la separazione tra la scienza e la fede. in questo contesto il vero problema è che proprio a causa di questa separazione non si può giungere a nessuna conclusione certa riguardo Dio, ma solo a contemplarlo come una possibilità, in questo sono d'accordo con l'autore che il problema è ascientifico. Dubito invece dell'affermazione ellenistica che non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio, sono invece molto + vicino alla visione musulmana secondo cui Dio è qualcosa di inarrivabile per noi. Questo perchè SE si accetta Dio come divinità bisogna anche accettare ciò che la definizione di divinità sottintende; se poi per Dio si intende un ipotetica creatura non divina ma ipertecnologica che nella sua saggezza cerca di proteggerci allora il pensiero ellenistico va bene. Naturalmente questi problemi non si pongono a chi riesce a sposare ragione e fede in un unico elemento coerente. Personalmente non ci riesco, e anzi sono fortemente convinto che la fede degli uomini sia al 99% dei casi una necessità psicologica e basta. Mi spiego: tutte le credenze (almeno per quel che ne so), siano cristiane, buddiste, dei pellirosse o africane hanno il concetto di un mondo spirituale che esiste oltre a quello che vediamo. in poche parole la FEDE SERVE PER SCONFIGGERE LA PAURA DELLA MORTE! credere in un mondo spirituale dove andremo dopo morti è un modo di credere che non moriremo realmente ma continueremo a vivere. per me è inaccettabile, ma noto che molti parlano a malavoglia di questo, e ciò rafforza i miei sospetti... poi penso a un altra cosa: ma la teologia cristiana perchè cambia nel tempo, come si capisce dall'articolo dell'autore ? Se cambia vuol dire che è ancora possibile cambi in futuro, ma a me sembra un paradosso perchè le conclusioni cui giunge la chiesa cattolica sul nostro comportamento non sono giuste oggi e magari sbagliate domani.. quindi si possono rifiutare i dogmi del papa, è + giusta la religione "fai da te" ?
Non capisco perché parli di "articolo": si tratta del celebre discorso (o "lectio magistralis") pronunciato dal Papa Benedetto XVI (l'"autore") a Ratisbona nel 2006.
Non mi interessa essere compiacente verso l'"autore", ma sapere che si tratta del capo della Chiesa fa differenza.
In effetti anche io sono rimasto colpito da questa storicizzazione dell'evoluzione del cattolicesimo. Sappiamo, o sospettavamo, già che fosse così, che la dottrina cattolica si è strutturata nei secoli, modificandosi in misura anche considerevole. Ma sentircelo dire dal Santo Padre sembra spiazzante...
Rimango colpito anche dal riferimento solo "en passant" all'amore come parte essenziale della fede. In tutta la lezione si fa invece un'esaltazione della ragione che culmina quasi al termine del discorso: "Il coraggio di aprirsi all'ampiezza della ragione, non il rifiuto della sua grandezza – è questo il programma".
Vorrei che mi aiutaste a decodificare questo messaggio...
Hai ragione, non è un articolo, ma un discorso del Papa. Cmq questo non cambia per nulla il giudizio che ho dato su quello che ho letto, anche io, come ho scritto, sono rimasto colpito che la dottrina sia cambiata nel tempo. Riguardo il messaggio che dici a fine commento, semplicemente no ha molto senso per me, è troppo generico, gli si può dare facilmente il significato che si vuole (anzi, che vuole il Papa visto che è lui il capo della chiesa, questa è la "paraculata") sarebbe invece interessante discutere quelle considerazioni che ho fatto nella seconda parte del mio commento, sulla necessità della fede per sconfiggere la morte e se è meglio una religione personale senza dogmi papali
4 commenti
Ammetto di essere molto condizionato da un pensiero "occidentale" come dice l'articolo, dove è netta la separazione tra la scienza e la fede.
in questo contesto il vero problema è che proprio a causa di questa separazione non si può giungere a nessuna conclusione certa riguardo Dio, ma solo a contemplarlo come una possibilità, in questo sono d'accordo con l'autore che il problema è ascientifico.
Dubito invece dell'affermazione ellenistica che non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio, sono invece molto + vicino alla visione musulmana secondo cui Dio è qualcosa di inarrivabile per noi. Questo perchè SE si accetta Dio come divinità bisogna anche accettare ciò che la definizione di divinità sottintende; se poi per Dio si intende un ipotetica creatura non divina ma ipertecnologica che nella sua saggezza cerca di proteggerci allora il pensiero ellenistico va bene.
Naturalmente questi problemi non si pongono a chi riesce a sposare ragione e fede in un unico elemento coerente.
Personalmente non ci riesco, e anzi sono fortemente convinto che la fede degli uomini sia al 99% dei casi una necessità psicologica e basta.
Mi spiego: tutte le credenze (almeno per quel che ne so), siano cristiane, buddiste, dei pellirosse o africane hanno il concetto di un mondo spirituale che esiste oltre a quello che vediamo.
in poche parole la FEDE SERVE PER SCONFIGGERE LA PAURA DELLA MORTE!
credere in un mondo spirituale dove andremo dopo morti è un modo di credere che non moriremo realmente ma continueremo a vivere.
per me è inaccettabile, ma noto che molti parlano a malavoglia di questo, e ciò rafforza i miei sospetti...
poi penso a un altra cosa: ma la teologia cristiana perchè cambia nel tempo, come si capisce dall'articolo dell'autore ?
Se cambia vuol dire che è ancora possibile cambi in futuro, ma a me sembra un paradosso perchè le conclusioni cui giunge la chiesa cattolica sul nostro comportamento non sono giuste oggi e magari sbagliate domani..
quindi si possono rifiutare i dogmi del papa, è + giusta la religione "fai da te" ?
Posted on 17 giugno 2008 alle ore 12:58
Non capisco perché parli di "articolo": si tratta del celebre discorso (o "lectio magistralis") pronunciato dal Papa Benedetto XVI (l'"autore") a Ratisbona nel 2006.
Non mi interessa essere compiacente verso l'"autore", ma sapere che si tratta del capo della Chiesa fa differenza.
In effetti anche io sono rimasto colpito da questa storicizzazione dell'evoluzione del cattolicesimo. Sappiamo, o sospettavamo, già che fosse così, che la dottrina cattolica si è strutturata nei secoli, modificandosi in misura anche considerevole. Ma sentircelo dire dal Santo Padre sembra spiazzante...
Rimango colpito anche dal riferimento solo "en passant" all'amore come parte essenziale della fede. In tutta la lezione si fa invece un'esaltazione della ragione che culmina quasi al termine del discorso: "Il coraggio di aprirsi all'ampiezza della ragione, non il rifiuto della sua grandezza – è questo il programma".
Vorrei che mi aiutaste a decodificare questo messaggio...
Posted on 22 giugno 2008 alle ore 20:02
Hai ragione, non è un articolo, ma un discorso del Papa.
Cmq questo non cambia per nulla il giudizio che ho dato su quello che ho letto, anche io, come ho scritto, sono rimasto colpito che la dottrina sia cambiata nel tempo.
Riguardo il messaggio che dici a fine commento, semplicemente no ha molto senso per me, è troppo generico, gli si può dare facilmente il significato che si vuole (anzi, che vuole il Papa visto che è lui il capo della chiesa, questa è la "paraculata")
sarebbe invece interessante discutere quelle considerazioni che ho fatto nella seconda parte del mio commento, sulla necessità della fede per sconfiggere la morte e se è meglio una religione personale senza dogmi papali
Posted on 23 giugno 2008 alle ore 11:14
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/87841
Interessante, in particolare, l'analisi di Aref Ali Nayed .
Posted on 18 ottobre 2009 alle ore 17:10